Negli ultimi giorni si erano diffuse alcune voci relative ad un possibile coinvolgimento di Mario Meneguzzi nel caso della donna scomparsa.
Un caso che, ormai, ha quarant’anni d’età ma che non sembra volersi proprio risolvere: la fine di Emanuela Orlandi è ancora un mistero. Oggi a parlare di quello che potrebbere essere successo è stato uno dei poliziotti che, all’epoca della sparizione della 15enne, stava indagando sulla vicenda.
“Lo zio di Emanuela Orlandi – ha spiegato l’agente in pensione – non ha nulla a che fare con la scomparsa“. Il poliziotto, così, ha spento le voci e le ipotesi che circolavano nell’ultima settimana di un presunto coinvolgimento dei familiari della ragazza nella sua sparizione. “Seguimmo Mario Meneguzzi – ha aggiunto – ispezionammo anche casa sua, ma la pista tramontò presto“.
Qual è l’ipotesi investigativa più corretta? “Anche se non dimostrata – commenta l’agente – resta quella di una sovrapposizione tra un caso di pedofilia interna al Vaticano e un inserimento di soggetti esterni che hanno provato a usare il caso a loro vantaggio“.
Il commento della famiglia Orlandi
“La verità fa male a qualcuno – aveva affermato Pietro Orlandi nella conferenza stampa della scorsa settimana – e non può essere quella di mio zio, che può far male solo alla famiglia. In Vaticano sanno cos’è successo, lo sapeva Wojtila, lo sapeva Ratzinger e forse probabilmente lo sa anche Francesco“.
“Forse ha ragione – ha commentato il poliziotto sulle parole di Pietro Orlandi – anche se l’ipotesi del coinvolgimento di una persona vicina a Emanuela può avere una sua logica. Pietro fa bene a invocare la commissione parlamentare, ma non credo che questa porterà a risultati concreti“.